Censimento, ‘contratti illegali’


Il paradosso – parlando di statistiche – è che a mobilitarsi siano i rilevatori del censimento Istat: «Non abbiamo relazioni con i sindacati, né le cerchiamo», spiega Orsola Sinisi, 38 anni, rilevatrice del censimento Istat a Milano. Laurea e master in beni culturali, video-maker, Orsola è uno dei 470 addetti del censimento in città. Da circa due mesi, questi lavoratori precari protestano contro un contratto che dichiarano illegittimo e la loro iniziativa locale ha ispirato la contestazione dei rilevatori di altre città: prima Latina poi Bari, Pescara, Messina e Venezia, dove le condizioni contrattuali sono estremamente simili a quelle milanesi.

La protesta è partita dal fatto che i rilevatori milanesi, operativi da settembre, ancora a fine dicembre non avevano visto un euro: secondo il Comune, i soldi dell’Istat non erano ancora arrivati. Eppure, spiegava Andrea Mancini, direttore centrale dei censimenti, «l’Istat ha effettuato il primo pagamento al Comune di Milano a maggio 2011: un versamento di 1.807.830 euro. E in autunno il Comune ha ricevuto altri 415.966 euro».

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