Milano, precari del censimento senza stipendio, Il Comune dà la colpa all’Istat


“Abbiamo effettuato il primo pagamento al comune di Milano a maggio 2011”, spiega Andrea Mancini, direttore centrale dei censimenti, “un versamento di 1.807.830 euro, pari ai due terzi del contributo fisso”. Tutto come previsto dal piano generale del censimento e in linea con le date dichiarate nella circolare numero 3 che l’Istat ha inviato ai comuni. “In autunno”, continua Mancini, “il Comune di Milano ha ricevuto altri 415.966 euro, pari al 10% del contributo variabile per l’attività di rilevazione”.

Soldi che in altre città hanno permesso alle amministrazioni di pagare i rilevatori. “Sappiamo che a Bologna l’amministrazione ha deciso di sottoscrivere contratti a tempo determinato in cui una parte del corrispettivo viene pagata mensilmente”, spiegano i rilevatori a Milano, “lo stesso avviene a Palermo”. A Milano l’amministrazione paga 3 euro lordi per ogni questionario, ma solo dopo aver verificato la corretta compilazione e la validità ai fini del censimento. Nell’attesa di vedere qualche soldo, i rilevatori meneghini hanno ribattezzato il loro lavoro “cottimo a validazione differita”.

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