L’insostenibile leggerezza del cottimo


Dubcek avrebbe detto che poteva finire diversamente. La fine del tavolo di trattativa tra rilevatori censimento Istat 2011 e Comune di Milano lascia un verdetto inaccettabile che non sposta di una virgola le questioni che avevamo posto, sintetizzabili con la richiesta di superamento del cottimo differito, modello retributivo inattuale ed irrispettoso dei lavoratori che lo subiscono. Questo nonostante gli annunci della coalizione orangista che a più riprese ha dimostrato pubblicamente (sui giornali….) apertura: le vertenze si risolvono nei tavoli e non sui media, per cui rispetto all’esito negativo della trattativa l’aggiungere il giorno dopo un comunicato stampa (da parte dell’amministrazione) in cui si dichiara il falso e si afferma addirittura che il tavolo è ancora aperto ci irrita notevolmente.

Interessante è stato rilevare come, per l’ennesima volta, ad impedire l’accordo sia stato il patto di stabilità, agitato dal responsabile di risorse umane Dragonetti, rispetto a cui lo studio legale di San Precario aveva illustrato l’estraneità dall’affare Istat, a differenza per esempio delle assunzioni art.90 invece incidenti nel suddetto patto.

L’epopea dei rilevatori del censimento non finisce qua: le operazioni devono ancora terminare e molti rilevatori, a questo punto, stanno riconsiderando la loro posizione occasionale.

Le conseguenze derivate dal mancato accordo sono inevitabili e, se da una parte il rallentamento dei lavori di rilevazione sul campo è dovuto ad una pausa di riflessione in cui stiamo valutando l’opportunità o meno di accettare queste detestabili condizioni contrattuali, rispetto a cui per esempio l’obbligo di pagare un affitto ci mette in condizioni di estrema ricattabilità, dall’altra stiamo valutando l’opzione legale, ovviamente strada aperta e percorribile ma di certo lontana dalla nostra idea di riacquistare diritti sul lavoro.

Nel frattempo è partita l’operazione del confronto censimento/anagrafe, attività di data entry sempre definita dal cottimo, ma estremamente remunerativa: ovviamente molti fra i rilevatori più attivi nel coordinamento sono stati esclusi da questa operazione.

Se nei giorni passati, attraverso l’operazione Win for LAC, ci siamo limitati a denunciare questa disparità di trattamento, oggi proponiamo invece una divisione del lavoro attraverso la disponibilità dei rilevatori selezionati ad offrire parte del proprio lavoro ai rilevatori esclusi. Attraverso questa proposta intendiamo ribaltare il meccanismo più perverso del cottimo, del tutti contro tutti nella giungla darwiniana del lavoro precario a Milano, nel suo contrario, un momento in cui la divisione del lavoro avviene dal basso, con la rinuncia alla guerra fra poveri in favore di quella solidarietà fra precari e precarie incubo di ogni azienda, Comune di Milano compreso.

In questi mesi anche in altri comuni italiani si sono attivati coordinamenti di rilevatori che hanno posto il problema dell’iniquo contratto alle rispettive amministrazioni di riferimento: gli ultimi aggiornamenti parlano di una concessione da parte del Comune di Firenze dell’accesso alla parte variabile del pagamento Istat anche ai rilevatori, con modalità ancora da definire, e di un esposto alla Guardia di Finanza da parte del coordinamento dei rilevatori di Latina per irregolarità sui contratti e sui compensi. Compensi rispetto a cui la grande maggioranza dei rilevatori censimento italiani non ha ancora ricevuto un euro.

Parteciperemo al corteo nazionale “no debito” del 31 di marzo,  nel ruolo di vittime del debito pubblico e di insolventi per necessità. La partecipazione accadrà all’interno dello spezzone precario, autorganizzato e metropolitano, per una rigenerazione precaria dopo mesi di trincea che hanno alimentato in noi un nuovo desiderio di rivalsa contro i precarizzatori di oggi e di domani.

 Milano Rilevazione

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