A quasi un anno della conclusione del Censimento 2011 Istat della Popolazione di Milano il Comune non ha ancora concluso il pagamento ai rilevatori del saldo finale che corrisponde all’ammontare più alto delle nostre spettanze.
Durante tutto il Censimento abbiamo tentato, senza successo, di far comprendere a questo Comune, eletto anche con il voto dei lavoratori, quanto fosse illegale il contratto che abbiamo firmato, ma solo per necessità.
Un gruppo di rilevatori ha deciso di fare ricorso al tribunale per vedersi riconosciuti innanzi tutto i diritti e la dignità sul lavoro e di reclamare il danno derivante dall’applicazione di un contratto illegale.
Siamo arrivati oramai alla conclusione, tenendo conto dei tempi della giustizia italiana, e siamo più che sicuri che il ricorso avrà successo.
Ci rammarichiamo solo che durante la nostra vertenza sindacale pochi, dei 450 rilevatori, hanno partecipato alle lotte che abbiamo indetto.
Questo ha permesso al Comune (Limonta, Corritore, Dragonetti e tutti quelli che si sono alternati) di arroccarsi nelle proprie posizioni antisindacali e di cercare di arrivare alla conclusione del Censimento con un’azione dilatoria.
Ciò che è accaduto a noi non è accaduto ai rilevatori del Censimento delle imprese che la Camera di Commercio ha gestito per conto dell’Istat.
Infatti a tali rilevatori è stato riconosciuto un contratto a tempo determinato con un fisso mensile, tredicesima e ferie.
Siamo più che convinti che la nostra limitata azione sindacale ha in qualche modo influito sulla decisione della Camera di Commercio di applicare un contratto diverso.
Questo dovrebbe far comprendere, a chi non ha partecipato, che eravamo nel giusto e che isolandosi si fa solo il gioco di chi si crede più forte di noi.
Ma poichè siamo tutti precari non mancheranno ad ognuno di noi le occasioni per far valere i propri diritti.
Coordinamento Rilevatori Censimento 2011 Milano